M. J. Jordan

Poggio Renatico

Per me, proprio come per molti altri ragazzi, negli anni novanta è esistito un solo numero. E quel numero era associato ad un solo nome. Ricordo ancora, un paio di anni fa, quando partecipando ad un torneo di calcetto con amici, il capitano mi chiese "che numero vuoi Fabio? il 10 del fantasista o l'11 del mancino?", io risposi "il 23 se non l'ha già preso qualcun altro" e lui, più gasato di una bottiglietta d'acqua frizzante, mi disse "wow, come Alino Diamanti?", al che strabuzzai gli occhi e mi venne istintivo dire "Diamanti chi? Di 23, mi spiace, ma c'è solamente una persona e di secondo nome fa Jeffrey". Il mio amico non capì e si mise a ridere perchè credeva che scherzassi, ma io in quel momento ero più che serio. Giuro. Non so negli anni quante decine di poster a braccia spalancate abbia visto a casa di amici ed è vero, si può discutere per interi giorni su chi sia stato il più forte di sempre: Kobe? Larry? Magic? LeBron? Kareem? Julius? Wilt? Ma poi alla fine ci si ferma sempre perchè si capisce semplicemente che è la domanda ad esser sbagliata. Perchè puoi non sapere chi sia stato il più forte di sempre, ma non puoi non sapere chi è stato in assoluto il più grande.
Il 17 febbraio 1963, nello stato di New York, precisamente a Brooklyn, nasceva Michael Jeffrey Jordan. Ed è probabilmente impossibile dire di lui qualcosa che non sia già stato detto, o scrivere un aneddoto che non sia mai stato scritto. L’unica cosa che davvero conta, è che lui è stato il mio, e forse il nostro, idolo assoluto e difficilmente nascerà qualcun altro in grado di farci cambiare idea.