C'era una volta Bologna
Altedo
Se si potesse descrivere Bologna, quella grassa, dotta e rossa scegliendo uno dei suoi luoghi storici, quello sarebbe sicuramente la “Trattoria da Vito”, nata nel 1949, appena fuori il centro, simbolo di resistenza e baluardo della classe operaia. “L’osteria di fuori porta” come cantava Francesco Guccini (il Maestrone), assiduo frequentatore insieme a Lucio Dalla (il Ragno), che qui venivano perché rifugio per una vita scostumata e godereccia che si consumava a tavola con fiaschi di vino e tagliatelle al ragù. Iniziò tutto per caso, con naturalezza «arrivai nel ’70 e dovendo mangiare feci la cosa più semplice, entrai nell’osteria più vicina a casa, da Vito, abitando nell’attigua via Paolo Fabbri» così racconta Francesco Guccini. «Ricordo che si pagava mille lire per un pasto completo comprensivo di caffè e whisky. Passavano giornalisti, donne della bologna bene, personaggi illustri, ma la nostra base era il gioco delle carte: verso mezzanotte toglievamo la tovaglia e rimaneva il nudo compensato che diventava carta bianca per appunti, disegni, schizzi e strofe mentre si giocava”. Un luogo per illustri biasanot, in dialetto bolognese colui che va di notte, come Lucio Dalla che veniva qui “tutte le volte che è possibile, perché solo da Vito si può stare fino a tardi” trasformando nel contempo la trattoria nel proprio ufficio: è lì che con Francesco De Gregori ed i rispettivi manager, materializzarono il tour di Banana Republic. Anche per questo il Ragno sentenziava: “Vito è come il buco del culo del mondo, è un posto dove ci caschi” ed è proprio grazie a gente famosissima come Guccini e Dalla, che ha attirato altre celebrità come Roberto Vecchioni, Francesco de Gregori, Gianni Morandi, Paolo Conte, Dario Fo, Giorgio Gaber, Umberto Eco, Roberto Benigni, Bonvi, Jimmy Villotti, Luca Carboni e tanti altri facendola diventare un punto di riferimento. Così, nel tempo, si è formata una galleria di tipi bizzarri che amavano fare casino, mangiare, bere, suonare, cantare e parlare di nulla (e di donne, sempre) fino all’alba prendendosi amabilmente per il culo e mai troppo sul serio.